mete educative

Nella scuola dell’infanzia le mete per lo sviluppo della competenza suggeriscono all’insegnante orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare piste di lavoro perorganizzare attività ed esperienze volte a promuovere la competenza, che a questa etàva intesa in modo globale e unitario.

I campi d’esperienza, promossi dalle indicazioni ministeriali per l’Infanzia, indicano quindi il percorso da seguire nel cammino scolastico e sono una bussola per le insegnanti:

01.

— Il Sè e l'Altro

Le grandi domande, ilsenso morale, la spiritualità, il vivere insieme.

02.

— Corpo e Movimento

Esperienze motorie, identità, autonomia, salute.

03.

— Immagini, Suoni e Colori

Gestualità, arte, musica, multimedialità.

04.

— Discorsi e Parole

Comunicazione, lingua (scritta e verbale), cultura.

05.

— Conoscenza del Mondo

Esplorazione della realtà, elaborazione di concetti scientifici e matematici.

06.

— We Consult

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“I campi d'esperienza sono diversi modi di pensare e di affrontare la realtà, di conoscerla, rielaborarla, condividerla. Sono modi per trasformare esperienze dirette in cultura consapevole. Per l'insegnante si tratta di interiorizzare i campi di esperienza in modo da saperli riconoscere dappertutto a scuola, nelle situazioni più varie e di organizzare contesti ricchi di spunti dove i bambini possano essere protagonisti attivi.” (Penny Ritscher)

il metodo

IL NOSTRO APPROCCIO…IN CONTINUA EVOLUZIONE

La nostra scuola, negli anni, ha riflettuto molto su di sé e sulla propria identità: tante le domande e altrettante le risposte che stiamo ricercando attraverso i collegi docenti, il confronto reciproco e con altre realtà e la formazione, imprescindibile fonte di rinnovamento e nutrimento. Siamo in un periodo di cambiamento: ci stiamo allontanando da una didattica tradizionale per andare verso un modo “divergente” di essere e fare scuola mettendo al centro il bambino e i suoi bisogni. Siamo convinti che i bambini possano e debbano apprendere dalle esperienze in grado di stimolare la loro innata curiosità, di favorire le esplorazioni e le ricerche, di allenare il pensiero.

Pur in continua evoluzione, abbiamo ricercato e individuato lo “stile” educativo e didattico che più ci appartiene scegliendo di non conformarci ad un unico metodo ma di cogliere da più approcci pedagogici con un unico denominatore comune: mettere al centro il bambino, riconoscendolo competente, i suoi bisogni di crescita e i suoi diritti.

Significativo per noi è l’approccio sull’esperienza cognitiva, emotiva e sensoriale. Siamo consapevoli che il vero apprendimento passa proprio da qui, dall’esperienza perché -soprattutto in questa fascia di età- il bambino apprende se vive e sperimenta con tutto se stesso, se è protagonista attivo e partecipe.

Queste esperienze di apprendimento stimolano la creatività, l’innata curiosità, la ricerca attraverso lo stupore perché “la capacità di stupirsi è ciò che spinge il bambino alla scoperta del mondo…” (C. Lecuyer).

Fondamentale in tal senso è la cura dell’ambiente, degli allestimenti, dei setting, dei materiali: un contesto de-strutturato che si lascia fare e dis-fare per essere continuamente rifatto. La scelta di un contesto destrutturato è stata abbracciata perché riteniamo che sia specchio del pensiero e dello sguardo del bambino: un pensiero che non si ferma mai e uno sguardo che si sposta sempre in più direzioni.

Per questo poniamo la nostra attenzione sul processo piuttosto che sul prodotto e cerchiamo di mantenere uno sguardo aperto, capace di guardare il mondo con gli occhi del bambino cogliendo interessi, valorizzando idee e favorendo la ricerca individuale e di gruppo. Viene dato ampio spazio alla documentazione e alla narrazione delle esperienze vissute dai bambini per testimoniare i processi di apprendimento.

I tempi sono e vogliono essere “lenti” per consentire di vivere la propria giornata in un clima rilassato e disteso.

LA MAESTRA: FACILITATRICE DI APPRENDIMENTI

Nella nostra scuola l’insegnante di sezione è “unica”, questo per consentire di vivere l’intera giornata e le varie routines accanto ai bambini. Qualora nella classe ci siano bisogni specifici che necessitino di un accompagnamento educativo individualizzato, se pur all’interno del gruppo, l’insegnante di sezione viene affiancata da un’insegnante di sostegno o da un’educatrice.

Qual è il ruolo di un’insegnante alla scuola dell’infanzia?

Accoglie e soddisfa i bisogni primari dei bambini che, oltre a quelli fisiologici, sono rappresentati da protezione, conforto e contatto ponendosi come base sicura.

Si mette in gioco accanto ai bambini in ascolto delle loro domande e supportandoli nella ricerca di risposte, anche di senso.

Trascorre un tempo prezioso con i bambini, un tempo da rispettare in relazione al ritmo di crescita di ciascuno e un tempo da connotare qualitativamente: stimola la curiosità e la continua ricerca coinvolgendo il bambino e rendendolo protagonista attivo del suo apprendimento.

Pensa, riflette e offre proposte educative-didattiche lasciandosi sorprendere e facendo dell’imprevisto una risorsa perché, per valorizzare i bambini, occorre sapersi discostare dal prefissato.

Per questo, l’insegnante ha bisogno di una continua “manutenzione” attraverso le supervisioni e le formazioni continue per poter osservare, ascoltare, comprendere, conoscere il bambino e il suo “mondo”.

Inoltre, si pone come sostegno educativo alla famiglia attraverso colloqui e scambi comunicativi quotidiani: scuola e famiglia collaborano insieme con un unico grande interesse comune, il ben-essere del bambino.

Se il vero apprendimento avviene attraverso lo stupore, possiamo dire che la maestra è “un architetto dello stupore”.

L’ approccio educativo e didattico del nostro gruppo di lavoro… in continua evoluzione.

la giornata

La Routines

La giornata a scuola ha un suo ritmo in virtù delle routines che consentono al bambino di raggiungere e “conquistare” autonomie. La ripetitività di gesti e azioni diventa giorno dopo giorno prevedibilità in grado di accogliere e contenere. Questo offre sicurezza emotiva al bambino che sa cosa aspettarsi e cosa attendere nei vari momenti della giornata fuori da casa.

Accoglienza

Rappresenta il “buongiorno” e il “benarrivato” al bambino e ai genitori. E’ l’ingresso alla scuola dell’infanzia che avvia la giornata. E’ un momento importante, ricco di significato perché è il passaggio da casa a scuola. Una soglia da varcare e di cui aver cura personalizzando l’accoglienza in relazione ai bisogni e ai tempi di ciascuno. E’ anche un momento che richiede fiducia nei confronti dell’insegnante a cui viene affidata la cura del proprio bambino e coraggio (da parte di adulti e bambino) nel lasciare e nel lasciarsi andare.

Il Circle Time

Il circle time rappresenta il tempo in cui ci si guarda negli occhi e si comincia la giornata insieme. E’ il tempo delle presenze, del calendario e della preghiera. Il cerchio favorisce la condivisione e il dialogo: i bambini raccontano e si raccontano, ascoltano e attendono il proprio turno di parola. Ogni classe personalizza questa routine in relazione al proprio gruppo: chi nell’angolo del dialogo, chi in cerchio con le sedie, chi a terra al centro della classe. Si conclude con una piccola merenda “ristoratrice” a base di frutta fresca.

Il bagno e l'igiene personale

Rappresenta la cura e l’aver cura di sé ed è un momento di benessere, intimità e relazione. E’ occasione per favorire l’acquisizione di autonomie e potenziare competenze: tirare su e giù le maniche, aprire e chiudere il rubinetto, dosare il sapone, etc.

Tempo e spazio per "FARE ESPERIENZA"

Durante la mattinata, ma anche durante il pomeriggio per i bambini di 4 e 5 anni, c’è tempo e spazio per le esperienze di apprendimento in grado di coinvolgere e rendere protagonisti attivi i bambini. Talune sono proposte dall’adulto, tal altre dal gruppo di bambini.

Il pranzo

Tutti a tavola, dopo essersi lavati le mani. Il pranzo è uno “spazio” di condivisione, di socializzazione e di educazione ad una sana alimentazione. E’ anche un momento di responsabilità grazie all’attribuzione di compiti e incarichi per sparecchiare, usare brocche e coltelli, etc.

Tempo del mettersi in gioco dentro o fuori

Dopo il pranzo, c’è la possibilità di avere una porzione di tempo dedicata al gioco indoor oppure outdoor. Per i bambini di 4 e 5 anni, si ritorna in classe e ci si rimette “in gioco” con proposte spontanee o offerte dall’insegnante.

Il riposo pomeridiano

I bambini di 3 anni vengono accompagnati e invitati al riposo pomeridiano: un tempo intimo in cui abbandonarsi al sonno dopo i tanti stimoli ricevuti. Ognuno ha il suo rito di preparazione, il suo alleato del sonno: chi ha bisogno del ciucco, chi di un oggetto, chi ha bisogno di contatto, chi di ascoltare la voce dell’educatrice mentre legge un libro… L’adulto è presenza che rassicura e conforta, senza essere invasiva.

Il saluto

La giornata a scuola è arrivata alla sua conclusione. Si riordina la classe con la partecipazione di tutti e ci prepariamo al saluto, all’arrivederci a domani. Il bambino, carico di tutte le emozioni assaporate, torna alle braccia dei genitori pronti ad accogliere le tracce dell’esperienze vissute a scuola.

Nelle routines si celano saperi e apprendimenti significativi per la crescita dei bambini.

Le routines sono preziose alleate per scandire la giornata e offrire sicurezza ai bambini.

gli ambienti

LE CLASSI

La scuola ha 5 sezioni che accolgono circa 25-26 bambini.

La classe rappresenta la “casa” dei bambini nel tempo di permanenza a scuola: sono luminose ed essenziali, arredate e pensate per contenere e accogliere. Vengono ripensate continuamente in relazione ai bisogni del gruppo. Sono il primo ambito di apprendimento perché lo spazio è il “primo educatore”.

Gli spazi all’interno della classe sono suddivisi in angoli di apprendimento a cui i bambini hanno accesso liberamente: creatività, angolo morbido, costruzioni, grafico-pittorico, destrutturato, simbolico. Ogni angolo è abitabile da un numero di bambini stabilito dalle regole di vita comune della classe di appartenenza. Le medaglie appese vicino ad ogni angolo permettono ai bambini di gestirsi in autonomia rispettando il proprio turno, sperimentando l’attesa e allenando il discernimento (in quale angolo desidero sostare in questo momento?).

La classe come spazio di apprendimento.

gli ambienti

IL CONTESTO: TRA INDOOR E OUTDOOR

La scuola ha a disposizione più spazi esterni:

  • un piccolo giardino
  • un grande giardino
  • un piccolo cortiletto interno 

Lo spazio esterno è spazio di apprendimento, vissuto e abitato in tutte le stagioni dell’anno per favorire il contato con la natura. E’ allestito con materiale “povero”: cucina con casse di legno, pannelli musicali, nastri sui rami degli alberi, tronchi di legno per i percorsi…e tutto ciò che possa lasciare spazio alla creatività dei bambini stessi. Per noi l’ambiente-scuola è uno spazio che parla continuamente ai soggetti che lo vivono, che dialoga con bambini e adulti ed è uno dei protagonisti che ci aiuta a raccontare la nostra idea di educazione. Ogni anno, a settembre, la prima cosa che facciamo alla riapertura della scuola è quella di ri-pensare gli spazi, ri-progettare angoli in relazione ai bisogni e alle caratteristiche di chi li vivrà. E lo stesso avviene durante l’anno scolastico per rispondere alle esigenze conoscitive dei bambini e ai neo-nati interessi.

Cerchiamo, infatti, di creare ambienti che possano sostenere la ricerca e le esplorazioni attive e che possano diventare “luoghi del possibile”.

La situazione pandemica che stiamo vivendo ci ha spinto a scegliere di suddividere la nostra area verde in spicchi dove le classi vi accedono mediante una rotazione settimanale. Ciascuno “spicchio” offre ai bambini possibilità esperienziali differenti:

  • materiali destrutturati che danno vita a strutture architettoniche strepitose;
  • vasche con terra, argilla, sabbia, corteccia che permettono esperienze sensoriali ma anche scientifiche (pieno/vuoto, tanto/poco, duro/soffice…);
  • materiali naturali disposti in modo che i bambini possano attivare il corpo in termini di equilibrio, arrampicarsi, superamento di ostacoli…

Ambiente come luogo del possibile.

irc

L’insegnamento della religione cattolica è “essenziale”all’interno del nostro progetto-scuola. E’ un’opportunità culturale ed educativa perché sostiene i bambini nella ricerca delle radici della propria storia e della propria identità. E’ un’occasione preziosa per lo sviluppo integrale della persona e della personalità di ciascuno. Promuove la riflessione sulle esperienze vissute e risponde alle “grandi” domande di senso.

Insegnare religione nella scuola dell’infanzia significa aver cura della dimensione spirituale attraverso il dialogo, il fare esperienza e l’esempio quotidiano.

Si vuole offrire un tempo e uno spazio in cui:

sostenere i bambini nell’accoglienza reciproca
porsi domande e ricercare risposte “di senso”
favorire l’espressione e il dialogo attraverso parole e gesti significativi

“La scuola ci insegna a capire la realtà. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni.” (Papa Francesco)