il metodo

IL NOSTRO APPROCCIO…IN CONTINUA EVOLUZIONE

La nostra scuola, negli anni, ha riflettuto molto su di sé e sulla propria identità: tante le domande e altrettante le risposte che stiamo ricercando attraverso i collegi docenti, il confronto reciproco e con altre realtà e la formazione, imprescindibile fonte di rinnovamento e nutrimento. Siamo in un periodo di cambiamento: ci stiamo allontanando da una didattica tradizionale per andare verso un modo “divergente” di essere e fare scuola mettendo al centro il bambino e i suoi bisogni. Siamo convinti che i bambini possano e debbano apprendere dalle esperienze in grado di stimolare la loro innata curiosità, di favorire le esplorazioni e le ricerche, di allenare il pensiero.

Pur in continua evoluzione, abbiamo ricercato e individuato lo “stile” educativo e didattico che più ci appartiene scegliendo di non conformarci ad un unico metodo ma di cogliere da più approcci pedagogici con un unico denominatore comune: mettere al centro il bambino, riconoscendolo competente, i suoi bisogni di crescita e i suoi diritti.

Significativo per noi è l’approccio sull’esperienza cognitiva, emotiva e sensoriale. Siamo consapevoli che il vero apprendimento passa proprio da qui, dall’esperienza perché -soprattutto in questa fascia di età- il bambino apprende se vive e sperimenta con tutto se stesso, se è protagonista attivo e partecipe.

Queste esperienze di apprendimento stimolano la creatività, l’innata curiosità, la ricerca attraverso lo stupore perché “la capacità di stupirsi è ciò che spinge il bambino alla scoperta del mondo…” (C. Lecuyer).

Fondamentale in tal senso è la cura dell’ambiente, degli allestimenti, dei setting, dei materiali: un contesto de-strutturato che si lascia fare e dis-fare per essere continuamente rifatto. La scelta di un contesto destrutturato è stata abbracciata perché riteniamo che sia specchio del pensiero e dello sguardo del bambino: un pensiero che non si ferma mai e uno sguardo che si sposta sempre in più direzioni.

Per questo poniamo la nostra attenzione sul processo piuttosto che sul prodotto e cerchiamo di mantenere uno sguardo aperto, capace di guardare il mondo con gli occhi del bambino cogliendo interessi, valorizzando idee e favorendo la ricerca individuale e di gruppo. Viene dato ampio spazio alla documentazione e alla narrazione delle esperienze vissute dai bambini per testimoniare i processi di apprendimento.

I tempi sono e vogliono essere “lenti” per consentire di vivere la propria giornata in un clima rilassato e disteso.

L’ approccio educativo e didattico del nostro gruppo di lavoro… in continua evoluzione.

La narrazione di un percorso vissuto dai bambini. Al centro l’interesse del bambino e la valorizzazione delle sue ricerche.

Scenari che offrono possibilità e "muovono" stupore e meraviglia.

il metodo

LA MAESTRA: FACILITATRICE DI APPRENDIMENTI

Nella nostra scuola l’insegnante di sezione è “unica”, questo per consentire di vivere l’intera giornata e le varie routines accanto ai bambini. Qualora nella classe ci siano bisogni specifici che necessitino di un accompagnamento educativo individualizzato, se pur all’interno del gruppo, l’insegnante di sezione viene affiancata da un’insegnante di sostegno o da un’educatrice.

Qual è il ruolo di un’insegnante alla scuola dell’infanzia?

Accoglie e soddisfa i bisogni primari dei bambini che, oltre a quelli fisiologici, sono rappresentati da protezione, conforto e contatto ponendosi come base sicura.

Si mette in gioco accanto ai bambini in ascolto delle loro domande e supportandoli nella ricerca di risposte, anche di senso.

Trascorre un tempo prezioso con i bambini, un tempo da rispettare in relazione al ritmo di crescita di ciascuno e un tempo da connotare qualitativamente: stimola la curiosità e la continua ricerca coinvolgendo il bambino e rendendolo protagonista attivo del suo apprendimento.

Pensa, riflette e offre proposte educative-didattiche lasciandosi sorprendere e facendo dell’imprevisto una risorsa perché, per valorizzare i bambini, occorre sapersi discostare dal prefissato.

Per questo, l’insegnante ha bisogno di una continua “manutenzione” attraverso le supervisioni e le formazioni continue per poter osservare, ascoltare, comprendere, conoscere il bambino e il suo “mondo”.

Inoltre, si pone come sostegno educativo alla famiglia attraverso colloqui e scambi comunicativi quotidiani: scuola e famiglia collaborano insieme con un unico grande interesse comune, il ben-essere del bambino.

Se il vero apprendimento avviene attraverso lo stupore, possiamo dire che la maestra è “un architetto dello stupore”.

Il punto di riferimento di ciascun bambino alla scuola dell’infanzia è la maestra. L’insegnante è ancora emotiva, facilitatrice di apprendimenti e “architetto dello stupore”.